Un ictus vari anni fa l’aveva reso silenzioso, ma capace a 80 anni suonati di farmi un “evvaiii” da quindicenne alla notizia che gli occhi andavano molto bene.
Caldo, un sacco di gente in attesa, e mi mostra le mani nodose di chi ha lavorato pesante per dirmi che avvertiva dei fastidiosi formicolii.
La figlia lo riprende ricordandogli che stava parlando con l’oculista, ma lo prego di continuare.
Mi sono sentito onorato della sua fiducia mentre mi spiega che questi formicolii gli stavano impedendo di fare ciò che era diventata la ragione della sua esistenza: costruire incredibili modellini di case di legno. Aveva già provato a parlarne al suo medico e al diabetologo, ma aveva ricevuto risposte evasive.
Curiosa musica suona la vita: note stridenti, grancasse, e poi improvvisamente una breve melodia. Quella dell’animo umano che si esprime incurante di ictus e mani nodose, creando bellezza e armonia in un modellino di casa di legno.
Un pò di esami, già una cura e vedremo se sotto l’oculista fighetto c’è ancora un medico…
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