“The amount of energy needed to refute bullshit is an order of magnitudo bigger than to produce it.” (L”energia che serve a confutare una sciocchezza è enormemente superiore a quella necessaria a produrla“)

Il bullshit asymmetry principle, detto Legge di Brandolini, è stato formulato dal vulcanico programmatore, CEO e formatore Alberto Brandolini nel 2013, diventando rapidamente virale.

Ispirato dalla lettura di “Pensieri lenti e veloci“, scritto dal Premio Nobel Daniel Kahneman, questo principio è strettamente legato al dibattito sulle fake news e sul bias cognitivo ed è affermato anche da altri autori:

– il sociologo Gérald Bronner nel suo premiato libro “La Démocratie des crédules“, afferma che per smentire una falsità è necessario presentare argomenti molto solidi, mentre la sciocchezza sfrutta i pregiudizi cognitivi del nostro cervello ed appare plausibile più delle doverosamente articolate spiegazioni scientifiche.

– il docente universitario Philip Williamson in un articolo pubblicato sulla rivista Nature, ricorda che le false notizie e le teorie complottiste hanno una diffusione rapida e inquietante nella nostra società, ma che questo non deve scoraggiare gli scienziati a esercitare la loro funzione per battersi contro tale propagazione.

– il neurologo e ricercatore Laurent Vercueil, dell’Istituto di Neuroscienze di Grenoble, analizza la legge di Brandolini valutando al suo interno tre elementi di asimmetria del ragionamento:

Asimmetria dell’impatto: la diffusione conferisce alla sciocchezza un impatto maggiore rispetto a qualsiasi tentativo di disinnesco che segua.
Asimmetria della ritenzione della memoria: la traccia lasciata nella memoria dal discorso è molto più profonda di qualsiasi informazione razionale che in seguito la contraddica.
Asimmetria dell’unzione: colui che diffonde il discorso è unto di un’aura di solidarietà, mentre quello che cerca di portare alla ragione, è un guastafeste che non capisce nulla dell’importanza dell’informazione.

In sostanza le fake news vengono naturalmente selezionate dal passaparola per l’immediatezza del sillogismo in esse contenuto, mentre qualunque approccio veritiero e scientifico ad un problema non risulta di istintiva comprensione, rifuggendo per ipotesi dalla aneddotica.

Qui sta l’accortezza della persona di scienze, se chiamata anche solo estemporaneamente a divulgare: deve rendere il messaggio semplice e persuasivo.

Ad esempio: nelle discussioni infinite dei no vax, se proprio non riesco ad evitarle, ammetto che sotto un piano puramente dialettico questa campagna vaccinale possa intendersi come una enorme sperimentazione, ma faccio garbatamente notare che loro hanno scelto di inserirsi nel gruppo di controllo, al quale a giudicare dalla nutrita presenza nelle rianimazioni e dai decessi, non sta andando molto bene…