Buonasera, cosa succede? Ha una congiuntivite? “Si”, mi risponde laconico il giovane magro e dallo sguardo fisso.
Le 12 ore filate tra sala operatoria e reparto rallentavano i miei pensieri. Non mangiavo dalla sera prima. Ancora questa urgenza e me ne vado a casa, al caldo, con i figli e la cena. Metta questo collirio. Arrivederci. “Buonasera” dice mesto, uscendo dalla stanzetta sempre con lo sguardo fisso.
Ora a casa… ma perché lo sguardo fisso? Fregatene, dai: casa, caldo, figli e cena… ma nemmeno per idea. Mi sporgo e vedo che camminando barcolla. Lo richiamo e a fatica mi spiega che è uscito di galera, non mangia da 3 giorni e non trova nemmeno la forza per esprimersi. Fuori c’erano -7 e si sarebbe ritrovato solo per strada, senza un buco dove passare la notte e senza la forza per chiedere aiuto. Forse sarebbe morto di freddo, o meglio forse l’avrei ucciso io se non mi fossi sporto per capire. Il ricovero più fasullo della mia carriera, un letto, un pasto caldo e l’indomani l’attenzione degli assistenti sociali. Ora a casa, caldo, figli e cena. Entrando, li ho abbracciati più forte del solito
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